Ovviamente dipende da quel che si dice
No, dico: cominciamo bene.
Non che mi meravigli, ma pensavo che aver fatto cappotto li rendesse un po' concilianti, almeno al principio.
Pensavo che aspettassero un po' prima di fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco per i loro manipoli.
Poi ieri ho guardato il tiggì ed ho sentito CON LE MIE ORECCHIE il Presidente della Camera Fini dire a Di Pietro, che si lamentava dei continui schiamazzi che lo interrompevano dalla maggioranza, che lui (Di Pietro) non era nuovo della Camera e sapeva come andavano queste cose. E fin qui, transeat: è un po' come dire, "signora mia, bisogna aver pazienza, lo sa come sono i ragazzi!", ma va lasciamo perdere.
PPerò poi, bello come il sole, ha aggiunto "dipende da quel che si dice"
E qui, scusate ma a me è andato di traverso il boccone.
Dipende da quel che si dice, non c'è dubbio: se stai attento a non esprimere critiche, non urtare la sensibilità della Nuova Destra, non formulare pensieri anche solo vagamente (parliamo di Di Pietro!) di sinistra, ALLORA vedrai che ti lasciamo parlare. Altrimenti... beh, insomma te la sei voluta, no?
Non aggiungo nulla, va' che è meglio.
ps:
Però: che brutti tempi quelli in cui bisogna essere contenti che c'è Casini che difende la democrazia parlamentare
Sangue e fango, di Paolo Moretti
1 giorno fa
2 commenti:
Un piccolo giro sui vari blog per lasciare saluti ed augurare una buona serata a tutti. Maria
Si, la frase di Fini rivela quel che pensa davvero: e non l'ha mai pronunciata prima, quando ad esempio in Parlamento si accendevano gazzarre secessioniste e irrispettose dei leghisti, quando c'era da vergognarsi del modo indecente in cui presunti rappresentanti del popolo si comportavano da cafoni e buzzurri.
Il che vuol dire che non si riferisce all'opportunità ed alla correttezza, al rispetto per il prossimo, che potrebbe essere anche un richiamo ragionevole, ma chiede semplicemente che "non si disturbi il manovratore". Sigh.
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