martedì 20 maggio 2008

ricordare Giorgiana Masi


con qualche giorno di ritardo, un ricordo per Giorgiana Masi, uccisa il 12 maggio 1977, a 19 anni.

Uccisa da un colpo di pistola alla schiena mentre manifestava per il terzo anniversario della legge sul divorzio, lei, giovane donna del movimento femminista.

Non c'è ancora una verità ufficiale su questa morte, quel che è certo è che sono impressionanti le tante foto di poliziotti in borghese e armati, che puntano le armi ad altezza d'uomo in quel giorno a Roma: questa di fianco, notissima, l'ho presa da Carmilla.

E mentre ancora l'anno scorso l'ex Presidente della Repubblica Cossiga dice di sapere ma non parla, semina allusioni, illazioni, mezze parole, per un altro ex presidente, quello della commissione stragi Giovanni Pellegrino, le parole pronunciate da Cossiga sull'accaduto confermerebbero come "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico".

Per continuare a sperare che un giorno si conosca la verità bisogna che intanto il passato non venga dimenticato: chi passa di qui e non conosce la storia di Giorgiana, spenda qualche minuto per leggere la pagina di wikipedia, o quella su reti invisibili, o meglio ancora su Carmilla il bellissimo articolo con cui Camilla Cederna nel 1979 commentava il Libro Bianco dei radicali sulla morte di Giorgiana.

Come in Fahreneit 451, tutti dovremo essere memoria vivente della storia di questo paese. Questa memoria che è sempre più stravolta, negata, calpestata, dimenticata, da molti semplicemente mai conosciuta. E' diventato un dovere civile.
"E quando
ci domanderanno
che cosa
stiamo facendo,
tu potrai
rispondere loro:
NOI RICORDIAMO.
Ecco dove alla lunga
avremo vinto noi."
(Ray Bradbury, "Fahrenheit 451")



2 commenti:

luposelvatico ha detto...

Grazie, Viviana, per aver ricordato Giorgiana Masi. E' un altro piccolo pezzo di memoria che sto perdendo, nonostante mi ricordi benissimo il fatto, e quella manifestazione radicale in un caldo sabato pomeriggio che finì con quella morte assurda.
Opportuna la citazione dello stupendo romanzo di Bradbury, a cui affiancherei la terribile profezia avverata di Orwell in "1984": la menzogna dell'oggi, reiterata, ostinata, continua a cancellare i fatti di ieri, che si confondono, sbiadiscono, scompaiono.
Continuare con determinazione a ricordarle è fondamentale.

maestroyoda ha detto...

Eccomi, cara Viviana. Io, quel giorno, c'ero. Avevo neanche 21 anni. E mi ricordo ancora tutto. Anche il libro bianco. Anche l'articolo della Cederna. E non dimentico, non dimenticherò mai. Non dimenticherò cosa significa il dolore lancinante, dirompente di quella famiglia. Non dimenticherò lo sgomento mio e degli altri compagni di fronte alla terribile notizia di quella morte, purtroppo annunciata. Grazie per la possibilità di ricordare e commentare. Un abbraccio, un saluto a pugno ancora orgogliosamente chiuso. Marco