sabato 9 agosto 2008

perle d'ottone

piero ottone

"Ma non è detto che vi saranno sempre terroristi islamici risoluti a uccidere occidentali: al contrario c'è una buona probabilità che i terroristi, constatando l'insuccesso dell'operazione, desistano."

("Vizi & virtù", Venerdì di Repubblica, 1 agosto 2008)



[quando incontri la vera saggezza, devi condividerla. C'è chi lo ha fatto prima di me: a Gago quel che è di Gago]

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martedì 5 agosto 2008

LogicoKaos: Guerrillaradio: La partenza per Cipro e poi Gaza è ormai imminente...

adesso davvero comincia il viaggio ed è il momento di non abbandonare chi su quella nave proverà a spezzare l'assedio perché restiamo umani, tutti.

Sul blog di Audrey come sempre leggo gli ultimi aggiornamenti

Oggi sono riuscita finalmente a fare una chiacchierata abbastanza lunghetta con Vik in gmail.

La connessione sull'isoletta greca funzionava...Miracolooooooo :-)

Era un po' teso (mi pare normale..no?) e mi ha confessato che alterna momenti di grande euforia e febbrile attività ad altri in cui vive una sorta di smarrimento.

Direi che , data la situazione, sia normale, il gruppo è molto eterogeneo (Vik è l'unico italiano presente)ed i timori non sono pochi, vista anche l'attuale situazione politica in Israele tuttaltro che chiara.
e ancora su LogicoKaos: Guerrillaradio: La partenza per Cipro e poi Gaza è ormai imminente...

E finalmente anche la stampa comincia ad accorgersi di questa storia: il Guardian, il Messaggero, il Corriere della Sera (dal blog In Circolo).

Questo può essere un elemento fondamentale per assicurare la sicurezza di tutti coloro che si imbarcheranno per Gaza.



e adesso ci tolgono pure il sangue

una norma per scoraggiare la concorrenza


In quel velenoso patchwork che è il decreto 112, dall'ironico titolo "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria", nelle pieghe dei commi e dei rinvii c'è pure questa bella pensata: Stipendio decurtato per i dipendenti pubblici che donano il sangue.

Complimentoni: la raccolta di sangue in Italia è in seria crisi, le associazioni lanciano un vero SOS emergenza trasfusioni. E un donatore di sangue su cinque è un dipendente pubblico.

Gli ospedali sono in crisi nera e non sanno più a chi chiedere aiuto: anche Emilia Romagna e Toscana che fino ad ora davano sangue anche alle regioni che ne avevano meno, adesso spesso fanno fatica a trovarne anche per i propri ospedali.

Sarà che donare il sangue è un gesto che esprime valori di solidarietà e generosità, non esattamente il modello umano 'vincente' dell'Italia dei berlusconidi, in cui a chi è povero si dà al massimo la carità della social card (la 'tessera del pane' in versione nuovo millennio), a chi nasce in un campo rom senza luce ed acqua invece che dare una mano la mano la si chiede per prenderne le impronte, a chi è malato, se è statale, si taglia lo stipendio.

Ma non basterebbe neppure l'alluvione culturale di questi anni a spiegare la crisi: "Influisce il clima generale di insicurezza, anche economica, che stiamo vivendo. Chi deve pensare al mutuo che cresce e alla busta paga che scende è meno portato a donare, anche il sangue". Sono le parole del presidente di Fratres toscana, l'associazione donatori sangue delle Misericordie.

E sarà per questo che il Savonarola dell'impiego pubblico decide che è ora che quel fannullone dell'impiegato pubblico - che di sicuro va a donare il sangue solo per farsi una giornata a casa da quell'assenteista che è - va punito: "gli togliamo il 30% dello stipendio di quel giorno, così impara. Andasse a donare di domenica. E pazienza se la raccolta sarà un po' a singhiozzo, sfiga per chi ha un incidente di mercoledì.
E poi con tutti i salassi che gli stiamo facendo noi agli italiani, ci manca pure che donino il sangue, ché quello serve a noi!"

E non è che non se ne fossero accorti: quando è passato all'esame della Camera il provvedimento di conversione (quello che rende legge, con modifiche, il decreto 112) ci sono stati ben due ordini del giorno. Il succo:
"sarebbe gravemente minata l'autosufficienza nazionale a causa della paradossale circostanza per cui il donatore, a fronte di un gesto di solidarietà con valenza assistenziale strategica, si troverebbe svantaggiato a livello stipendiale".
Però intanto la Camera l'ha approvato così. Ci penserà il Senato, mica possono fare tutto loro, no? Il Senato invece l'ha approvata e via, poi una volta o l'altra ci si pensa, tanto ci sono gli ordini del giorno...

Peccato che poi arriva la solita polemica della sulla stampa ostile, prevenuta verso il Governo, e allora il Ministro
"si impegna a garantire il normale svolgimento di tali rilevanti attività, anche alla luce degli ordini del giorno"
E la legge che hanno appena approvato?
"Il Ministro si impegna inoltre a predisporre quanto prima una normativa quadro sui permessi in modo da eliminare qualsiasi dubbio interpretativo creatosi in applicazione del decreto legge 112".
DUBBIO INTERPRETATIVO??

Visto che ccà nisciuno è fesso, riporto l'elenco delle eccezioni alla regola dell'esclusione di ogni indennità o emolumento per i primi dieci giorni di malattia o permesso retribuito dei dipendenti pubblici, dal comma 1 dell'art. 71, che non include la donazione del sangue:
"...Resta fermo il trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore per le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, oppure a ricovero ospedaliero o a day hospital, nonché per le assenze relative a patologie gravi che richiedano terapie salvavita."
Ah, dimenticavo: se sei un impiegato pubblico ti decurtano lo stipendio pure se doni il midollo osseo. Così impari a dar via del tuo.

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sabato 2 agosto 2008

Chi l'ha detto?


"Bene, benissimo, non ne sapevo nulla. Non ho tempo di occuparmi di queste cose. Penso al popolo che muore di fame, che non ha soldi per pagare il mutuo, che va a letto con la pancia vuota"
Parole di...?




Vi aiuto:
  • Non è stata la Regina Maria Antonietta quando l'hanno avvertita che erano finite le brioches
  • Non è stata Rigoberta Menchu quando l'hanno informata che la insignivano del premio Nobel per la Pace
  • Non è stato Franco Turigliatto leggendo che anche quest'anno Sanremo sarebbe stato condotto da Pippo Baudo

la risposta è scritta in bianco, altrimenti sbirciate e non vale.

Per leggerla basta evidenziare qui sotto:
Licio Gelli quando l'hanno informato che l'Associazione Familiari delle Vittime della strage del 2 agosto 1980 ha usato i suoi lingotti d'oro (sequestratigli nel 1981) per fare spille commemorative "per non dimenticare"


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mercoledì 30 luglio 2008

Mi meme

Sono un po' emozionata dal mio primo meme, se non altro perché il testimone me lo passa una delle blogger che più amo leggere: Martina, che nel suo OutOfReality racconta, ragiona e si mette in gioco con deliziosa lucidità e limpidezza. Mi piace anche molto la motivazione: "per il fervore degli scritti ed il 'no compromise style' di cui oggi c'è tanto bisogno"; mi ci ritrovo, mi piace assai e la ringrazio di cuore.

Devo confessare che non ero neppure troppo preparata sul concetto di meme, quindi mi sono un po' documentata qui e qui: un'idea, un concetto, un segmento di significato passa da un individuo all'altro come un contagio, per imitazione e nel passare muta e insieme si conserva, come un virus. Una filastrocca, una barzelletta, un pregiudizio, sì, ma anche un pensiero critico, un'idea, una bella musica, i versi di una poesia, un'informazione. Mi sembra molto adatto alla blogosfera: si creano legami, fili virtuali ma tenaci attraverso cui ci si scambia riflessioni, notizie, pensieri, conoscenza reciproca.

Le virtual kinship (il termine è di Martina e mi piace molto) sono un terreno di semina di idee, prezioso in questi tempi difficili: premio volentirei i blog che mi piacciono, che frequento e che mi hanno dato qualcosa: prendete queste nomination per sinceri consigli di lettura, e i nominati si sentano naturalmente liberi di proseguire il gioco oppure no.
per chi decidesse di farlo, questo è il "regolamento":
"Il Brillante weblog è un premio assegnato ai siti e i blog che risaltano per la loro brillantezza sia per quanto riguarda i temi che per il design. Lo scopo è quello di promuovere tutti nella blogosfera mondiale!
  1. al ricevimento del premio, bisogna scrivere un post mostrando il premio e citare il nome di chi ti ha premiato mostrando il link del suo blog;
  2. scegli un minimo di 7 blog (o di più) che credi siano brillanti nei loro temi o nel loro design. Esibisci il loro nome e il loro link e avvisali che hanno ottenuto il Premio “Brillante Weblog”.
  3. (facoltativo) esibire la foto (il profilo) di chi ti ha premiato e di chi viene premiato nel tuo blog."
Molti ottimi candidati me li ha 'soffiati' proprio Martina, ma per fortuna la blogosfera è un grande mare, quindi ho avuto l'imbarazzo della scelta ed ho abbondato. E pure così ne resta fuori qualcuno, che mi conservo per il prossimo meme.
  1. Songs from the wood di luposelvatico innanzitutto, perché è il primo blogger che mi ha accolto con calore nei miei primi passi e perché da quel momento la sintonia e la condivisione è rimasta immutata
  2. Fauno silvestre perché ha il dono di arrivare al cuore dei problemi con una semplicità che gli invidio e basta leggere questo post per capire cosa intendo
  3. Sostiene saverio, perché mi piace tutto quello che scrive e vorrei che scrivesse di più
  4. Tra le nuvole e le lenzuola, perché, tra parole suoni ed immagini, tra nuvole e lenzuola si sta davvero bene
  5. Maurizio Silvestri, perché i suoi post sono sempre documentati e attenti.
  6. Unoenessuno, perché ha passione da vendere e una bella ironia
  7. Ecoalfabeta, perché è informato, interessante e appassionato e imparo sempre qualcosa
  8. alessandro robecchi, perché sì mille volte
  9. G.O.D., anche solo per i mitici ditinifini, ma anche per tutto il resto: assolutamente essenziale
fotoblog, videoblog
  1. Photoblues, per le bellissime immagini e le emozioni
  2. Umarells, per capire perché bisogna che ci facciate un giro: gli umarells sono un fenomeno tutto bolognese ma insieme universale
  3. Nonrassegnatastampa, perché mi fanno ridere, per la mitica soap "preti", perché sono spensieratamente politicamente scorretti
  4. Byoblu il videoblog di Claudio Messora, anche solo per il discepolo n. 1816, che andrebbe proiettato nelle scuole

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martedì 29 luglio 2008

l'Alitalia del mare


una signora si addormenta tranquillamente su una poltrona di prima classe in un traghetto della Tirrenia e si risveglia coperta di zecche (brrr), da questa disavventura l'ottimo maurizio silvestri prende spunto per riflettere con amarezza sull'uso tutto italiano di non chiedere mai conto ai grandi manager degli sfasci di cui sono responsabili (vedi Ferrovie, vedi Alitalia), salvo liquidarli alla fine con importi astronomici, come premio di cotanto impegno.

Maurizio Silvestri mi ha fatto riflettere ed incuriosito e mi è venuta voglia di capirci un po' di più.

Per chi non avesse presente, a questo punto è indispensabile raccontare brevemente perché le sorti della Tirrenia ci riguardano tutti: la compagnia di navigazione Tirrenia è controllata al 100% da Fintecna, che a sua volta è interamente controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze: l'ultimo reperto delle partecipazioni statali, insomma: la Tirrenia è nostra e se perde siamo noi a perdere, perché i buchi dei suoi bilanci vengono riempiti con soldi pubblici.

Stiamo parlando di uno dei maggiori complessi armatoriali europei, che comprende la capogruppo Tirrenia, la Divisione Adriatica e Caremar, Saremar, Siremar, Toremar. Ma un colosso che fa acqua da tutte le parti, a cominciare dallo stato dei traghetti per finire con i bilanci.

E' di circa un anno fa un dossier de L'Espresso che con ampio materiale foto e video mostra lo sfascio della flotta, punta il dito sulla mancanza di controllo, sull'incuria: arriva a parlare di "carrette di Stato", domandandosi dove andasse a finire l'enorme quantità di denaro pubblico che la compagnia ingoiava. La Tirrenia se ne ebbe tanto a male da comprare una pagina su diversi giornali nazionali per rispondere alle accuse, naturalmente negando su tutta la linea.

E invece la verità è che la Tirrenia continua a perdere di anno in anno: una voragine che ingoia gli ingenti contributi statali che ogni anno vengono erogati (si parla di oltre due miliardi di euro in sovvenzioni dal ‘92 a oggi). Oggi i debiti di Tirrenia sono pari al 123% del fatturato: 207 milioni di euro. I conti in tasca glieli fa Sergio Rizzo, che parla senza mezzi termini di Disastro Tirrenia.

Perché Tirrenia venga chiamata oggi l'Alitalia del mare ce lo spiega Gian Antonio Stella fa 'una botta di conti' e rileva, a quest'anno, un debito pari a "73 mila euro per ciascuno dei 2.836 dipendenti. Una catastrofe tre volte più vistosa di quella dell' Alitalia, dove il «rosso» è di «soli» (si fa per dire) 25 mila euro a dipendente".

Una catastrofe, insomma. E sì che la ragione sociale di Fintecna sarebbe stata quella di risanare l'azienda. Risanare e privatizzare, per la verità. E su questo secondo punto, manco a dirsi invece l'impegno c'è e si vede: è direttamente Silvio Berlusconi, in occasione della 48 ore del mare ad incaricarsi di rassicurare gli interessati che si sarebbe posto fine alla "concorrenza sleale" agli armatori privati, con la privatizzazione della Tirrenia e la quotazione in Borsa di Fincantieri. La sollecitudine di Berlusconi è la risposta alle pressioni di Confitarma (la Confederazione Italiana Armatori), che ha chiesto forte e chiaro un'accelerazione nella privatizzazione. "Si può mai dire di no agli armatori?" dev'essersi domandato il Nostro Fantastico Presidente del Consiglio.

E poi gli armatori hanno pronunciato la parola magica, che piace tanto a Silvio: "Sarebbero pronte due cordate italiane." E non solo italiani, pare: Mobyline, Grimaldi ma anche Hellenic Seaways, tutti si dichiarano interessati («Tirrenia? Eccome se ci interessa»).

Già, perché non solo gli operatori privati brindano quando scompare un concorrente pubblico che calmiera i prezzi, ma pare che la convenzione tra Stato e Tirrenia, che scadrebbe quest'anno, verrà prorogata fino al 2012, quindi chi si porta a casa Tirrenia si porta a casa anche un bel pacco dono di contributi pubblici.

Resta inteso che un privato difficilmente non si farà carico in futuro di tratte poco remunerative, quel genere di collegamenti, per destinazioni poco appetibili turisticamente e/o in periodi non vacanzieri, che non creano profitto ma rappresentano un servizio pubblico indispensabile. E per finire, Alitalia docet, assisteremo al balletto dei numeri per la 'razionalizzazione' del personale? Ombre ed interrogativi che si pone anche un senatore, Marco Filippi e sui quali credo ci sia poco da star tranquilli.

La cosa è ulteriormente complicata dalla presenza anche delle società regionali (Caremar per la Campania, Siremar per la Sicilia, etc.) che si occupano dei collegamenti con le isole minori: i privati fanno sapere che vedrebbero bene uno scorporo, che veda le tratte locali assegnate alle Regioni, mentre loro sarebbero interessate a rilevare le grandi tratte. A quanto pare le Regioni sono d'accordo.

Che dire, non sono un'esperta del settore, ma a me questa storia non piace: se qualcosa ci hanno insegnato gli anni trascorsi è che mai una privatizzazione è stata a vantaggio della collettività (e dei lavoratori), sempre l'abbandono di un settore strategico da parte dello Stato lungi dal migliorare i servizi grazie alla concorrenza ha peggiorato servizi e costi, grazie alle meraviglie dei trust (veri, virtuali o supposti), come per il mercato dell'energia o quello delle telecomunicazioni.

E a questo punto, da cittadina molto confusa e anche un po' incazzata, mi sono domandata come eravamo arrivati fino a qui, ad una voragine di fondi pubblici buttati al vento, una compagnia di "carrette di Stato" ed una ennesima privatizzazione alle porte: in fondo ero partita dalle frasi di Maurizio Silvestri sugli italici "manager d'oro". Ho cercato allora qualche notizia in più sull'A.D. di Tirrenia, scoprendo che il manager a capo di Tirrenia è il sig. Franco Pecorini e siede su quella poltrona dal lontano 1984. Probabilmente un vero record, degno del Guinness dei Primati, destinato a perpetuarsi, visto che è appena stato riconfermato per altri tre anni dal ministro Tremonti.

Dev'essere davvero uno tosto. Uno bravo davvero, che ha fatto tali miracoli alla guida della compagnia di navigazione dello Stato che nessuno ha mai osato metterlo in discussione. D'altronde è Cavaliere del Lavoro, vice presidente di Confcommercio, nonché nientemeno che Gentiluomo di Sua Santità.

A questo punto non ci può essere dubbio: un fuoriclasse, forse l'unico manager pubblico inamovibile in questi tormentati decenni, sarà perché si occupa di navigazione, ma di sicuro sa come navigare con ogni vento - prodiano, ciampesco o berlusconide - sia bonaccia e sia tempesta nulla rovescia il suo vascello.

Ma se abbiamo un manager così bravo, addirittura insostituibile, come mai la Tirrenia è allo sfascio? A meno che l'inaffondabile capo della Tirrenia non sia tanto inaffondabile per motivi che non hanno nulla a che vedere con una brillante gestione dell'azienda: qual'è il segreto di questo distinto signore dall'aria bonaria, che nelle foto sfoggia un bel baffo bianco che lo fa assomigliare ad uno di quei detective in bombetta dei vecchi gialli inglesi? C'è chi lo chiama l'Eterno, o l'Ultimo dei Boiardi e la sua longevità comincia ad essere chiara leggendo questo interessante articolo di Fabio Pozzo.

E se Tremonti, con la privatizzazione che avanza e che sarebbe stato logico affidare ad un management nuovo di zecca e "di fiducia", ha deciso di riconfermare ancora il Pecorini, vuol dire proprio che è lui, l'ultimo Boiardo.

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LogicoKaos: Aggiornamenti sulle missione di Guerrillaradio a Gaza

La nave di "Spezziamo l'assedio" partirà a giorni: che farà Israele?

Il governo israeliano sta valutando, come spiega questo articolo su LogicoKaos, che cita fonti governative israeliane.

We stay tuned.