mercoledì 23 luglio 2008

Elogio dello -spr+eco


Sto leggendo in questi giorni Elogio dello -spr +eco, di Andrea Segrè. Con uno stile diretto e concreto affronta senza girarci troppo attorno quello che forse è IL tema del nostro tempo: lo squilibrio tra abbondanza e scarsità, fame e spreco, consumo e risorse. La spirale che sta devastando il mondo, insomma, che sta strangolando con la fame e la povertà la gran parte dell'umanità, che sta soffocando tra merci e trigliceridi noi fortunati.

Elogio dello dello -spr +eco parla appunto di spreco e risorse, di sostenibilità, di abbondanza e scarsità, con un occhio di riguardo alla questione alimentare (l'autore è professore di politica agraria) ma senza fermarsi lì: usando anche la sua esperienza sulla cooperazione internazionale e le politiche per lo sviluppo sostenibile, mette il dito nelle contraddizioni per cui la cooperazione internazionale troppo spesso è utile soprattutto a chi la fa, oppure si protegge e sostiene la produzione agricola e l'allevamento in Europa con gran impegno di risorse economiche ma con il risultato di dover mandare al macero enormi quantità di frutta, verdura o altro (e ricordate le quote-latte?).

Leggendo sto imparando un sacco di cose: per esempio, che una mucca europea riceve ogni giorno circa due dollari di contributi e sostegni vari (principalmente contributi comunitari), che è molto ma molto di più della cifra su cui possono contare ogni giorno per la propria sopravvivenza una moltitudine di donne uomini e bambini nel mondo.

Come anche mi è tornata alla mente un'immagine della mia infanzia, quella dei bulldozer che schiacciano e sotterrano tonnellate di arance: Segrè ricorda: «Allora non capivo bene, ero ancora un bambino. Eppure tutto quell'arancione e quel rosso... mi chiedevo: come è possibile che si distruggano degli alimenti? Perchè buttare via, anzi distruggere, dei prodotti che si potrebbero mangiare?» Si parte da questa domanda, per arrivare a capire errori e orrori delle politiche agricole comunitarie, delle abitudini e stili di vita propagandate dal modello di consumo occidentale, attraverso una sfilza di dati impressionanti (riporto a memoria), come il 30% della produzione britannica distrutta ogni anno, oppure il 15% di ciò che acquistiamo nella spesa in Italia che viene buttato da ogni famiglia.

Ma proprio attraverso l'analisi dei paradossi concreti di un'economia fondata sullo spreco, che su di esso si regge e prospera, si delinea la possibilità di un modo diverso di vivere, un'economia della sufficienza, che in fondo è anche un ritorno a valori del passato, ma con un'attitudine a pensare globale assolutamente attuale, per la quale condividere le risorse è anche creare una relazione (il senso del 'dono' come costruzione di un legame), per la quale una risorsa - sia energia sia cibo sia danaro sia acqua o petrolio - è preziosa perché serve a vivere e quindi va rispettata, soprattutto perché non è infinitamente riproducibile. "Ricordati di spegnere la luce quando esci da una stanza" mi diceva la mia mamma, e lo diceva anche la mamma del professor Segrè.

Non è un tema nuovo ma il modo che ha Segrè di affrontarlo mi è piaciuto molto. Intanto non ha scritto un 'dotto tomo' da addetti ai lavori, piuttosto uno snello librino adattissimo ad essere infilato in tasca o in uno zaino di studente, corredato di un CD ricco di link, riferimenti, immagini e altro. Insomma il mezzo è pensato per comunicare efficacemente, per fare divulgazione. Lo stile è ugualmente efficace: semplice, chiaro, frasi brevi ed immediate, titoli-gioco che restano impressi, basati su anagrammi, giochi di parole, antitesi: denaro/donare per esempio è un'assonanza che fa riflettere e resta in mente.

Lo presterò a mia madre, che a settant'anni è passa è sempre curiosa di tutto ma è arrivata solo alla 'sesta avviamento' (più o meno la quinta elementare) e i testi complicati la scoraggiano.

Lo presterò al figlio del mio compagno, 16 anni scarsi ed una netta propensione per Harry Potter: scommettiamo che lo legge fino in fondo?

L'Italia dei berlusconidi non sa che farsene della responsabilità sociale, non ha in agenda la lotta contro la povertà (stendiamo un velo pietoso sulla social card, per favore...); non conosce le parole sostenibilità o sufficienza: il consumatore va rassicurato perché ricomincia a spendere, il nucleare è l'energia del futuro e via delirando. E proprio quest'Italia ci mostra brutalmente quanto poco sia rimasto, nella testa dei più, di quell'altro mondo possibile che abbiamo raccontato, desiderato, immaginato. E che in certi momenti ci è sembrato vertiginosamente a portata di mano...

Niente mi toglie dalla testa che una delle cause principali di questo naufragio sia stata proprio l'incapacità di comunicare in modo efficace e credibile. Ci sarebbe molto da dire e da riflettere sulle cause stesse di quest'incapacità, ma una cosa è certa: è ora per tutti noi di imparare a comunicare meglio, senza spocchia, senza elitarismo e questo mi sembra un bell'esempio.

Non vi dico come va a finirechi è l'assassino, innanzitutto perché sto ancora leggendo e poi perché spero di avervi stuzzicato al punto da andarvelo a leggere, questo piccolo libro. Però vi racconto una storia che vi darà più di un indizio: Andrea Segrè è il vulcanico (e simpaticissimo: ho avuto occasione di conoscerlo) preside della Facoltà di Agraria di Bologna è il "papà" del Last Minute Market, un'idea innovativa e semplice: recuperare le merci invendute, senza valore commerciale, ancora idonee per essere utilizzate, per donarle ad enti e associazioni che danno aiuto a persone in condizioni di disagio sociale.

Da un lato un enorme spreco di cibo - e non solo -, dall'altro un enorme - e sempre crescente - bisogno. Basta chiudere il cerchio e lo spreco può diventare risorsa: sviluppo locale sostenibile e responsabilità sociale d'impresa a braccetto, effetti positivi a livello sociale, ambientale, nutrizionale, economico... Una volta fatto, sembra incredibile che nessuno ci abbia pensato prima!

L'esperimento è cominciato con i beni alimentari, ma il gruppo di entusiasti che lavora al progetto ha pensato "perché fermarsi qui?" ed allora ecco il Last Minute Market Book (lo sapevate che ogni anno vanno al macero centinaia di migliaia di libri non venduti?), il Last Minute Market Seed (e che i semi che hanno un tasso di germinabilità un po' più basso vengono eliminati?) Lmm Harvest (le famose arance mandate al macero...) e Lmm Pharmacy. Mi sa che non si fermeranno qui, per fortuna.

Ne ha parlato anche report, e se volete saperne di qui, questo è il link alla trasmissione: Buon Appetito!

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