venerdì 11 luglio 2008

...fino alla prima acquata di una giustizia vera


A Roma il 7 luglio erano in 3mila, a dire "prendete le nostre impronte, lasciate stare i bambini".

Oggi pomeriggio dalle 17 alle 19 in in Piazza Nettuno a Bologna spero che saremo in tanti, in tantissimi ad unirci a quei tremila.

Qualcuno, quando gliene ho parlato, mi ha risposto che tanto non serve a nulla, che è solo un gesto simbolico e che non gliene frega niente a nessuno.

Io penso esattamente il contrario: serve, eccome. Proprio come gesto simbolico, perché il simbolico è un linguaggio potente, perché anche questa delirante decisione del governo, di prendere le impronte ai bambini rom e sinti è pericoloso proprio e innanzitutto nel suo valore simbolico.

E' l'affermazione di un principio, la rottura di un tabù, porta con sé striscianti luride vecchie idee, che con un gesto forte nella sua totale gratuità parlano direttamente alla parte più profonda, meno razionale e meno controllata di ciascuno di noi. Perché, come ha detto qualcuno, questo governo tira fuori il peggio dalla gente e lo fa anche così, con gesti di rottura dal discutibile valore pratico ma dal fortissimo significato simbolico.

Parliamo anche noi la lingua dei simboli, rappresentiamo con i nostri corpi e le nostre mani ciò che pensiamo e ciò in cui crediamo. Certo che non è risolutivo, domattina ci sveglieremo nello stesso paese di merda, poco ma sicuro. Ma non è inutile.

E poi, per favore, basta ripetere che "non gliene frega niente a nessuno" come se fosse un buon motivo per arrendersi. Se non te ne frega niente a te, stai a casa, altrimenti fai un gesto, dai un segno che esisti e pensi. E se sei a Bologna oggi vieni in piazza, per favore.

A UN RAGAZZINO SULLA STRADA

Sii orgoglioso
della tua appartenenza
consegna senza paura
la tua mano nel fuoco
o imprigiona nel mare di fango
di un muro
o concedila per un momento
a un timbro oscuro.
Tu resta in piedi
con dignità e amore.
L’orma sarà cancellata
dalla prima acquata di una giustizia vera.
E tornerà primavera.
(poesia inedita scritta per l'occasione dal poeta e scrittore Roberto Roversi)

Venerdì 11 Luglio, dalle 17 alle 19, in Piazza Nettuno

Prendete le impronte anche a noi!

invitano ARCI, Comitato delle Memorie, Ufficio Stranieri CGIL


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2 commenti:

rossaura ha detto...

Bell'articolo e bellissima poesia. complimenti. Verro a trovarti spesso, ma non ce la farò con okno, perchè è diventato scoraggiante.
Ciao Ross

patrizia az ha detto...

se mi prendessero le impronte, in quei minuscoli solchi e in quelle profonde pieghe troverebbero tracce dei miei amori, dei miei sogni, dei miei dolori.
se prendessero le impronte di un bimbo rom, in quei minuscoli solchi e in quelle leggere pieghe troverebbero tracce dei suoi amori, dei suoi sogni, dei suoi dolori. cinque dita io, cinque dita lui. nessuna di queste mani ha ancora ucciso, rubato o stuprato, eppure per me vale la presunzione di innocenza, lui è un presunto colpevole per etnia.
Che ridere, se l'assassina fossi io, bianca, italiana, cattolica e pure un po' borghese.
grazie viviana, dacci lo spunto che di grillo ne abbiamo piene le scatole