lunedì 28 luglio 2008

restiamo umani


Accolgo l'invito di Audrey a pubblicare la lettera di Guerrillaradio - aka Vik, che con altri attivisti si accinge a partire per la Palestina.

Condivido l'idea che più verrà diffusa la notizia e seguito l'evolvere degli eventi dalla comunità internazionale, più il web amplificherà le notizie sul loro viaggio e più sarà difficile e impopolare fermarli, arrestarli, minacciarli.

Quello che si accingono a fare non è privo di rischi: da tempo gli attivisti per i diritti umani rischiano in proprio scegliendo di essere in Palestina e portare aiuto e solidarietà. Col pensiero saremo tutti con voi, questo blog resta sintonizzato.
Fra poco meno di due settimane cercherò di entrare a Gaza.

Con una quarantina di attivisti per i diritti umani provenienti da 15 paesi diversi, compresi palestinesi e israeliani, e un carico di aiuti umanitari abbiamo deciso di sbarcare sulle coste della Palestina.

Il primo di agosto ci ritroveremo a Cipro, e il 5 salperemo su alcune barche che abbiamo acquistato verso Gaza, laddove ci attendono i rappresentati di una decina di ONG che ci hanno invitato. (fra cui the Palestinian Red Crescent Society in the Gaza Strip, the Palestinian Medical Relief Society, the Palestinian Centre for Human Rights and the Gaza Community Mental)

La condizione umanitaria di un milione e mezzo di palestinesi, uomini donne e bambini incarcerati illegalmente in Gaza è catastrofica,la peggiore degli ultimi 40 anni di occupazione israeliana.
Nonostante Israele dichiari che Gaza non è più occupata, di fatto nega alla vasta maggioranza della popolazione l'accesso al lavoro, agli spostamenti, all'educazione, alla sanità, e al diritto di ricevere visitatori.

Abbiamo provato a ritornare in Palestina per terra.
Ci abbiamo riprovato per aria. Nonostante io come i miei compagni siamo tutti pacifisti che professano la non violenza, siamo stati arrestati, incarcerati e ingiustamente processati dinnanzi alle corti israeliane.
Adesso ci siamo fatti seri, via mare salperemo per Gaza.

Navigando su acque internazionali, ed essendo invitati dai palestinesi, non abbiamo ritenuto doveroso informare Israele.

Le leggi internazionali dichiarano esplicitamente che abbiamo tutti i diritti di andare a visitare Gaza.

Il parlamentare palestinese al-Khudari ha sottolineato che "ricevere la nave che arriva per rompere l'assedio è un diritto del popolo palestinese. Essa giunge attraverso le acque nazionali, e nessuno potrà intromettersi, né Israele né altri".

Il nostro obbiettivo è quello di rompere l'assedio israeliano di Gaza, dimostrando tutta la nostra solidarietà alla popolazione palestinese.
Importando a Gaza contemporaneamente ai beni di prima necessità noi stessi, insegnanti, medici, operatori umanitari e attivisti per i diritti umani.

Con noi ci saranno alcuni sopravvissuti della nakba, la "catastrofe" palestinese, e Hedy Epstein, 84enne sopravvissuta all'olocausto.

I premi Nobel per la pace Desmond Tutu, Jimmy Carter e Mairead Maguire hanno ufficialmente espresso il loro sostegno alla missione (link: il supporto di Desmond Tutu), così come diversi parlamentari inglesi (In the UK, MPs Jeremy Corbyn and Lynne Jones, MEP Caroline Lucas, and retired MP Alice Mahon have all expressed support for this project. )

Il regista inglese Ken Loach ci ha inviato un suo contributo in sterline e ha espresso il suo supporto.

Sappiamo a quali notevoli rischi andiamo incontro,ma siamo al contempo parecchio stanchi e frustrati dell'inerzia della comunità internazionale,è ora che qualcuno si muova per cercare di frenare il lento genocidio di un milione e mezzo di innocenti.

Non ne possiamo più di far finta di niente,di girarci dall'altra parte dinnanzi alle stragi quotidiane,alla vista di quell' immensa prigione a cielo aperto che oggi è Gaza.

Cercando di rompere l'assedio, vogliamo restituire ai palestinesi una parte della loro libertà negata. Quella sovranità della Palestina sancita dall'Onu e dalle leggi internazionali.
Porteremo con noi delle reti, e se riusciremo a sbarcare per prima cosa porteremo a pescare con noi i pescatori palestinesi,oggi ridotti a bersagli galleggianti per i cecchini sulle navi da guerra israeliane.
Sulla via del ritorno verso Cipro, vogliamo portare con noi tutti quei palestinesi che necessita di cure mediche urgenti ed immediate.

Qualunque sia l'esito della nostra missione, che il nostro gesto, il nostro determinato sacrificio, possa smuovere ulteriormente le coscienza di un mondo adulterato dall'arroganza dell'indifferenza.

Ci sono terribili catastrofi naturali a questo mondo, come terremoti e uragani, inevitabili.
A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria perpetrata da Israele ai danni di un popolo che vorrebbe ridotto alla più completa miseria, sottomissione.
Il mondo intero non può ignorare questa tragedia, e se lo fa, non includeteci in questo mondo.
Chiediamo solo che alcune semplici imbarcazioni approdino a Gaza con il loro carico di pace, amore, empatia, che a tutti i palestinesi siano concessi gli stessi diritti di cui godono gli israeliani,e qualsiasi altro popolo del pianeta.

Soffiate sulle nostre vele, remate con noi, la giustizia e la libertà sono diritti spogliati di cittadinanza, riguardano l'intera comunità di esseri umani senza esclusione alcuna.

Restiamo umani,

Vittorio Arrigoni


website di Guerrillaradio
website della missione Freegaza

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link di approfondimento:

  • http://seattlepi.nwsource.com/opinion/371366_firstperson21.html
  • http://www.silviacattori.net/article464.html
  • http://www.silviacattori.net/article112.html
  • http://www.redress.cc/palestine/rkysia20080706
  • in italiano: http://www.infopal.it/testidet.php?id=8897

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1 commento:

Audrey ha detto...

Grazie Viviana!

Un caro saluto ed un abbraccio,
Audrey :-)