mercoledì 23 luglio 2008

Nulla da aggiungere

Di seguito un articolo di Alessandro Robecchi, che dice così bene quello che va detto, che non c'è nulla da aggiungere.
Voi siete qui - Ballando sul corpo delle persone

Grande e glorioso è lo spettacolo del ritorno del sacro, l’attivismo frenetico dei laici devoti. Come si sa, una grande multinazionale che perde clienti si circonda di avvocati e consulenti, ed ecco qui la pattuglia dei devoti accorrere presso la chiesa cattolica con il suo zelante aiuto. Sarà la ressa per iscriversi ai neo-integralisti, sarà che la troppa devozione acceca, sta di fatto che si sfiora la commedia all’italiana. Esempio illuminante: mentre Daniela Santanché tentava di incatenarsi al Vigorelli di Milano e strepitava contro le donne musulmane con il velo (che devono toglierlo), un rubrichista della pattuglia del Foglio implorava il direttore di Famiglia Cristiana di allegare alla rivista un velo, per le donne cattoliche (che devono metterlo). Si dirà che non siamo proprio ai vertici del pensiero moderno, piuttosto in mezzo al guado tra il baciapile e il sadomaso. Salendo un pochino di livello, ecco finalmente sul Corriere una risposta all’inchiesta di Maltese (Feltrinelli) sui 4 miliardi e mezzo di euro che ci costa ogni anno il Vaticano. Nemmeno una riga per contestare le cifre; piuttosto un argomento strabiliante: forse gli italiani preferiscono “l’oculata gestione ecclesiastica allo sperpero pubblico”. E poi: “Non è più tempo di distinguere tra denaro delle tasse e denaro delle questue”. Liberismo assai devoto. Ad altri, quelli che volevano fare il ministro della sanità e hanno raccolto meno voti degli spettatori di un derby, non pare vero di avere anche in Italia un caso Terry Schiavo, un argomento delicato e doloroso da trasformare in poltiglia mediatica, e autopromozione. Ancora una volta, è sul corpo vero delle persone che si svolge il balletto: ieri la donna di Napoli interrogata dalla polizia dopo un aborto, oggi Eluana e l’assalto alla sua dignità. Questo sposta tutta la faccenda dal grottesco al tragico e del resto è un vecchio vizio: dissertare di etica sul corpo degli altri è un passatempo di gran moda, riempie i tg ed è facile, basta un po’ di cinismo, è un caso di devozione in cui essere cattivi aiuta.



3 commenti:

Vittorio Grondona - Bologna ha detto...

A volte mi sforzo di capire, ma alla fine devo cedere alla mia incapacità di sostenere un comportamento veramente corretto che mi sentirei di adottare o di fare adottare in caso di extrema ratio sulla mia persona. E' per me davvero difficile. Io penso che il caso di Eluana, come quello di Welby e come quelli purtroppo di tanti altri sfortunati siano da meditare in silenzio. Le interferenze esterne sono sempre dannose e quasi sempre sono interessate. Mi piacerebbe tanto che Eluana si svegliasse all'improvviso e che potesse riabbracciare felice il suo papà. Un papà coraggioso che chiede solo di vedere la sua figliola finalmente liberata dall'intruso male doloroso e crudele che per tanti anni si è impadronito di lei, facendone un corpo incapace di fare funzionare l'anima che contiene.
Vittorio Grondona

viviana ha detto...

sì, hai ragione: il silenzio sarebbe doveroso. E soprattutto rispettoso. E' un pudore che sento anch'io, pure se poi mi sento costretta a venirci a patti, perché l'alternativa non èil silenzio, bensì che alte si levino solo le voci di 'morale condanna'.

Per me stessa non so dire: adesso mi pare di avere idee chiare, ma chi può dirlo, spero solo di non dover mai essere costretta a scoprirlo.

Non sono un medico, né tanto meno conosco il la situazione più di quanto è dato sapere da stampa e web (quindi di sicuro troppo poco), ma temo che bisogni davvero credere nei miracoli per sognare una guarigione per questa ragazza, perchè la realtà non lascia spazi di speranza, pare.

Vittorio Grondona - Bologna ha detto...

La morale... Sempre lei! Ma chi sono i moralisti? I nostri politici che non sono in grado di legiferare sulle logiche della vita? Da una parte si vota no, dall'altra non si vota. Sono questi i personaggi che devono risolvere i nostri problemi? Credo proprio di no. Per questo convengo che sia ormai opportuno rompere il silenzio della logica e del buon senso. Bisogna urlare in tutte le direzioni e con tutta la nostra forza per portare alla realtà chi su questi dolorosi casi umani invece di fare le leggi necessarie per regolamentarli, si aggrappa per comoda vigliaccheria alla coscienza imposta senza distinzione alcuna da un credo religioso manipolato a piacere dalla fragilità umana.