Uno dei motivi che mi hanno tenuta lontana dal blog negli ultimi giorni (oltre ad una meravigliosa parentesi procidana!) è stato il lavoro 'informatico' per un progetto in embrione, ma che mi piacerebbe veder crescere: un blog a tema, a Bologna una sinistra per fare, il cui primo post è un appello scritto da due amministratori locali bolognesi.
Uno dei due è il mio compagno, quindi posso essere accusata di poca imparzialità (ahem!), ma sono davvero convinta dei contenuti del documento, che si rivolge a Bologna - dove tra un anno ci saranno le amministrative - ed è un invito a cominciare seriamente a discutere di contenuti e di proposte, di sinistra, con la voglia di dimostrare che la sinistra sa governare.
Ci sono a mio parere elementi per una riflessione generale, anche se per arrivarci devo fare una lunga premessa bolognese (giuro che è interessante anche per chi vive a Mondovì o a Mola!): quello che era partito come un centrosinistra vero e proprio, in questi quattro anni si è andato via via sfaldando, perdendo pezzi importanti - Rifondazione, Verdi, Pdci - per conflitti continui e sempre più aspri tra questi partiti e il sindaco Cofferati. Attualmente la maggioranza conta solo ui voti del PD e di Sinistra Democratica.
I motivi di questi strappi ripetuti sono stati diversi, tutti accomunati però - dal mio personale punto di vista - dalla comune volontà dei due fronti opposti (Cofferati da un lato e parte della sinistra radicale dall'altro) di esasperare il confronto, alzare i toni, rimarcare le differenze.
Insomma Cofferati avrebbe visto ben volentieri la parte più a sinistra dello schieramento fuori dalla maggioranza (ed ha fatto di tutto per metterli in condizione di non poter restare) ed essa a sua volta si sarebbe sentita più a suo agio a fare opposizione - e cercava un buon motivo per uscire sbattendo la porta. Insomma un divorzio con molti stracci che volano ma ardentemente voluto da entrambi i "coniugi".
E' meno assurdo di quanto possa sembrare: per Cofferati si trattava delle prove generali di quell'autosufficienza che ha poi chiesto a gran voce e che è apparsa tanto cara anche al nascente PD, con il bel risultato di consegnare il paese alle destre ed espellere la sinistra dal Parlamento italiano per la prima volta nella sua storia! Per quanto riguarda Rifondazione e gli altri partiti della sinistra a Bologna prevale la linea più movimentista, quella che ha visto malissimo la presenza della sinistra nel governo Prodi e che alla fin fine non ci ha mai creduto a una sinistra di lotta e di governo e - delle due - preferisce tenersi la lotta e lasciare il governo (con l'eccezione di Sinistra Democratica che fin dalla nascita ha avuto il suo bel daffare a cercare di mediare). Insomma, ancora una volta Bologna ha fatto da laboratorio per strategie e tesi nazionali.
Suo malgrado, però! Perché tutto questo non ha fatto certo bene alla città: polemiche a volte sul sesso degli angeli, prove di forza francamente poco edificanti (come le ruspe che abbattono le baracche dei rumeni sul lungoreno) e tutto quello che ne segue. Intanto però la città veniva amministrata, e anche benino direi. Non mi dilungo sulle luci e sulle ombre di questi quattro anni di esperimento di centrosinistra e per saperne di più vi invito a leggere l'appello.
Dico solo che, se c'è un bell'elenco di cose che non ho condiviso e ancora non condivido, dalle suddette ruspe allegre fino alle norme antidegrado (ah, l'orribile termine...) culminate nelle multe ai ragazzi seduti a terra a chiacchierare in piazza, e però vero che fare più posti nido e materna, chiudere il centro storico, bloccare le tariffe a me sembrano cose di sinistra, a voi no?
Di certo hanno avuto molta più pubblicità le cose sbagliate che quelle utili alla città. E i giornali ci hanno sguazzato, secondo il vecchio principio che una buona notizia non è una notizia. Oltre che perché c'è un sacco di gente - a destra, al centro e a sinistra! - che non ha nessun interesse a far funzionare un accordo tra 'centro e sinistra', 'sinistra moderata e sinistra radicale,' 'centrosinistra e sinistra' o comunque volete chiamarle.
BE ad un anno dall'alluvione elettorale, dopo il risultato-shock di Roma, mentre il governo Berlusconi ha ormai mano libera in Parlamento per qualsiasi scelleratezza, qui a Bologna la discussione politica è tutta "primarie sì/primarie no", "Cofferati sì/Cofferati no", "se c'è Cofferati noi non ci alleiamo/tanto che ci frega possiamo andare da soli e vinciamo lo stesso" e via delirando. Intanto i partiti di sinistra sono completamente presi dalle battaglie congressuali, giustamente incomprensibili ai più mentre il PD è tutto concentrato a tenere insieme laici e cattolici e a combattere la guerra da corridoio dei candidati.
E le cose concrete? Le proposte, le soluzioni? Il tentativo sincero, autentico di cercare un accordo che metta al centro i bisogni delle persone? Insomma, la città?
Secondo me questo di Bologna può essere (nel bene o nel male, questo lo vedremo) un bel banco di prova: è un bell'esempio, per quanto localissimo, di quanto stia messa male la sinistra, in tutto il paese, quanto meno nelle sue forme organizzate: dopo le elezioni tutti siamo rimasti smarriti, addolorati e rabbiosi; in giro per i blog "politicamente orientati" si legge un misto di rabbia e stanchezza.
Molta confusione, una grossa crisi di rappresentanza: degli ideali di sinistra, del cosiddetto popolo di sinistra. Ci si è da tempo divisi tra chi insegue il benpensantismo (al grido di "dalli al degrado, viva la sicurezza", "mai contraddire Sua Santità" e "va bene l'opposizione, ma senza esagerare") e chi insegue un minoritarismo in cui si confonde radicalità con radicalismo e ci si divide aspramente su confederazione o partito e altre beghe di totale inessenzialità.
Ma avremo finalmente l'umiltà di ripartire dalla concretezza, dalla realtà dei problemi di una città e costruire un progetto che metta al centro la vita delle persone, i diritti, la tutela dei più deboli, con la convinzione che non si può arrendersi, che deve funzionare, se soltanto da una parte ci si decida ad essere meno pavidi e dall'altra meno duri & puri? Questa sinistra se la sa ancora assumere qualche responsabilità, ha il coraggio di osare un po' e il coraggio di mediare un po' o vogliamo consegnare un altro pezzo di territorio a questa destra feroce?
Chiamatemi pure qualunquista di sinistra, ma vogliamo ripartire da qualche parte?
Uno dei due è il mio compagno, quindi posso essere accusata di poca imparzialità (ahem!), ma sono davvero convinta dei contenuti del documento, che si rivolge a Bologna - dove tra un anno ci saranno le amministrative - ed è un invito a cominciare seriamente a discutere di contenuti e di proposte, di sinistra, con la voglia di dimostrare che la sinistra sa governare.
Ci sono a mio parere elementi per una riflessione generale, anche se per arrivarci devo fare una lunga premessa bolognese (giuro che è interessante anche per chi vive a Mondovì o a Mola!): quello che era partito come un centrosinistra vero e proprio, in questi quattro anni si è andato via via sfaldando, perdendo pezzi importanti - Rifondazione, Verdi, Pdci - per conflitti continui e sempre più aspri tra questi partiti e il sindaco Cofferati. Attualmente la maggioranza conta solo ui voti del PD e di Sinistra Democratica.
I motivi di questi strappi ripetuti sono stati diversi, tutti accomunati però - dal mio personale punto di vista - dalla comune volontà dei due fronti opposti (Cofferati da un lato e parte della sinistra radicale dall'altro) di esasperare il confronto, alzare i toni, rimarcare le differenze.
Insomma Cofferati avrebbe visto ben volentieri la parte più a sinistra dello schieramento fuori dalla maggioranza (ed ha fatto di tutto per metterli in condizione di non poter restare) ed essa a sua volta si sarebbe sentita più a suo agio a fare opposizione - e cercava un buon motivo per uscire sbattendo la porta. Insomma un divorzio con molti stracci che volano ma ardentemente voluto da entrambi i "coniugi".
E' meno assurdo di quanto possa sembrare: per Cofferati si trattava delle prove generali di quell'autosufficienza che ha poi chiesto a gran voce e che è apparsa tanto cara anche al nascente PD, con il bel risultato di consegnare il paese alle destre ed espellere la sinistra dal Parlamento italiano per la prima volta nella sua storia! Per quanto riguarda Rifondazione e gli altri partiti della sinistra a Bologna prevale la linea più movimentista, quella che ha visto malissimo la presenza della sinistra nel governo Prodi e che alla fin fine non ci ha mai creduto a una sinistra di lotta e di governo e - delle due - preferisce tenersi la lotta e lasciare il governo (con l'eccezione di Sinistra Democratica che fin dalla nascita ha avuto il suo bel daffare a cercare di mediare). Insomma, ancora una volta Bologna ha fatto da laboratorio per strategie e tesi nazionali.
Suo malgrado, però! Perché tutto questo non ha fatto certo bene alla città: polemiche a volte sul sesso degli angeli, prove di forza francamente poco edificanti (come le ruspe che abbattono le baracche dei rumeni sul lungoreno) e tutto quello che ne segue. Intanto però la città veniva amministrata, e anche benino direi. Non mi dilungo sulle luci e sulle ombre di questi quattro anni di esperimento di centrosinistra e per saperne di più vi invito a leggere l'appello.
Dico solo che, se c'è un bell'elenco di cose che non ho condiviso e ancora non condivido, dalle suddette ruspe allegre fino alle norme antidegrado (ah, l'orribile termine...) culminate nelle multe ai ragazzi seduti a terra a chiacchierare in piazza, e però vero che fare più posti nido e materna, chiudere il centro storico, bloccare le tariffe a me sembrano cose di sinistra, a voi no?
Di certo hanno avuto molta più pubblicità le cose sbagliate che quelle utili alla città. E i giornali ci hanno sguazzato, secondo il vecchio principio che una buona notizia non è una notizia. Oltre che perché c'è un sacco di gente - a destra, al centro e a sinistra! - che non ha nessun interesse a far funzionare un accordo tra 'centro e sinistra', 'sinistra moderata e sinistra radicale,' 'centrosinistra e sinistra' o comunque volete chiamarle.
BE ad un anno dall'alluvione elettorale, dopo il risultato-shock di Roma, mentre il governo Berlusconi ha ormai mano libera in Parlamento per qualsiasi scelleratezza, qui a Bologna la discussione politica è tutta "primarie sì/primarie no", "Cofferati sì/Cofferati no", "se c'è Cofferati noi non ci alleiamo/tanto che ci frega possiamo andare da soli e vinciamo lo stesso" e via delirando. Intanto i partiti di sinistra sono completamente presi dalle battaglie congressuali, giustamente incomprensibili ai più mentre il PD è tutto concentrato a tenere insieme laici e cattolici e a combattere la guerra da corridoio dei candidati.
E le cose concrete? Le proposte, le soluzioni? Il tentativo sincero, autentico di cercare un accordo che metta al centro i bisogni delle persone? Insomma, la città?
Secondo me questo di Bologna può essere (nel bene o nel male, questo lo vedremo) un bel banco di prova: è un bell'esempio, per quanto localissimo, di quanto stia messa male la sinistra, in tutto il paese, quanto meno nelle sue forme organizzate: dopo le elezioni tutti siamo rimasti smarriti, addolorati e rabbiosi; in giro per i blog "politicamente orientati" si legge un misto di rabbia e stanchezza.
Molta confusione, una grossa crisi di rappresentanza: degli ideali di sinistra, del cosiddetto popolo di sinistra. Ci si è da tempo divisi tra chi insegue il benpensantismo (al grido di "dalli al degrado, viva la sicurezza", "mai contraddire Sua Santità" e "va bene l'opposizione, ma senza esagerare") e chi insegue un minoritarismo in cui si confonde radicalità con radicalismo e ci si divide aspramente su confederazione o partito e altre beghe di totale inessenzialità.
Ma avremo finalmente l'umiltà di ripartire dalla concretezza, dalla realtà dei problemi di una città e costruire un progetto che metta al centro la vita delle persone, i diritti, la tutela dei più deboli, con la convinzione che non si può arrendersi, che deve funzionare, se soltanto da una parte ci si decida ad essere meno pavidi e dall'altra meno duri & puri? Questa sinistra se la sa ancora assumere qualche responsabilità, ha il coraggio di osare un po' e il coraggio di mediare un po' o vogliamo consegnare un altro pezzo di territorio a questa destra feroce?
Chiamatemi pure qualunquista di sinistra, ma vogliamo ripartire da qualche parte?
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2 commenti:
Eh, più che altro dobbiamo!
Oltre il deserto di questo momento, lo dovremo pure incominciare a vedere un orizzonte, qualche idea-guida che stia nella realtà pur dando il senso di un movimento verso un mondo diverso da questo che sembriamo rassegnati a guardare senza poterci fare nulla.
Io continuo a pensare (per esperienza diretta da consigliere comunale di minoranza) che è meglio governare ed amministrare e far passare almeno QUALCHE buona decisione, che tenersele TUTTE per sè all'opposizione senza mai avere l'opportunità di praticarle.
Quindi le elezioni bisogna vincerle, per contare. Quale sia il livello di compromesso da raggiungere senza "guastarsi" è difficile dirlo, ma sporcarsi le mani ed avere un atteggiamento meno "elitario e duroepuro" consente forse di FARE, che è pur sempre meglio che limitarsi a DIRE.
Un abbraccio per il tuo ritorno, come sempre di alto livello.:-)
un abbraccio a te, caro lupo, che come sempre riesci a dire con meno parole e più efficacia quello che mi agita la mente e mi affanno a spiegare :-)
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